È TEMPO DI “CAMPEGGI EVANGELICI”
Con l’arrivo della primavera i Centri Comunitari Evangelici delle nostre chiese, sparsi su tutto il territorio nazionale e definiti familiarmente “campeggi”, riaprono i battenti per trasformarsi nelle “comunità temporanee” di numerosi credenti. È un appuntamento molo sentito che si ripete ogni anno, perché? 

SCOPI DI UN “CAMPEGGIO EVANGELICO”

Lo scopo che giustifica l’esistenza di un campeggio è triplice.

 

Ø  Un efficace mezzo di evangelizzazione. Chi non ha ancora accettato Gesù come Salvatore sceglie di partecipare a un “campeggio” perché desidera dedicare un tempo speciale alla ricerca della salvezza. Spesso chi non è “nato di nuovo”, che si tratti di un figlio di credenti, di un cristiano “nominale” o di un amico di credenti, è assuefatto alla vita che conduce, alla chiesa che frequenta, perciò il “campeggio” finisce per costituire una situazione diversa per entrare in contatto con l’Evangelo, spesso facilitandone la ricezione.

 

Ø  Un efficace mezzo di consacrazione. Chi ha già accettato Gesù e frequenta il campeggio si sente invece incoraggiato ad approfondire il proprio rapporto con Dio, a desiderare una maggiore crescita e maturità cristiana. Il “campeggio”, infatti, con i suoi momenti di ascolto della Parola, si prefigge l’obiettivo di aiutare il “campista” (neologismo tutto interno ai “campeggi” che solo involontariamente corrisponde al termine spagnolo che traduce l’italiano “campeggiatore”) nel processo di comprensione della volontà divina. Per questo l’insegnamento e la predicazione costituiscono sempre il momento fondamentale dell’attività dei Centri Comunitari Evangelici. Nella guida dello Spirito Santo, l’atmosfera del “campeggio” favorisce la crescita dei credenti, invitandoli a ricercare i doni spirituali da esercitare poi nella chiesa locale e a riconsacrare la propria vita.

 

Ø  Un efficace mezzo di comunione. Mentre cresce una comprensione più intima del Signore e dell’opera Sua, tra i “campisti” si realizzano anche nuovi e più stretti rapporti di comunione fraterna. L’aspetto comunitario dei centri evangelici estivi è essenziale, giacché per un certo numero di giorni si trasformano in vere e proprie comunità. Quest’aspetto è importante specialmente dove le chiese contano un numero esiguo di credenti o dove non esiste un gruppo giovanile. L’incoraggiamento reciproco dei “campisti” sfocia spesso in importanti e significative relazioni fraterne.

 

PECULIARITÀ DI UN “CAMPEGGIO EVANGELICO”

L’esperienza del “campeggio” è particolarmente efficace perché possiede caratteristiche per molti versi uniche capaci di predisporre a una maggiore ricerca spirituale.

 

Ø  Un tempo esclusivo. Il tempo speso al “campeggio”, sebbene limitato nella durata, è per così dire “esclusivo” e permette di staccare completamente dagli impegni e dalla routine per considerare di più i bisogni spirituali.

 

Ø  Assenza di distrazioni. Le distrazioni, ad esempio quelle offerte dalla televisione, da internet, dal gruppo degli amici, spesso portano a trascurare gli aspetti spirituali della vita. La mancanza di distrazioni, unita a un programma concentrato sulla Parola di Dio, permette di raggiungere maggiori obiettivi spirituali.

 

Ø  Liberazione dalle abitudini. Il “campeggio” aiuta a liberarsi da radicate abitudini quotidiane per stabilirne di nuove e più utili (lettura quotidiana della Bibbia, preghiera, regolarità al culto, ecc.), che al ritorno a casa sostituiranno le vecchie.

 

Ø  Decisioni importanti. Le riflessioni che scaturiscono nei giorni di “campeggio” aiutano l’acquisizione di un’ottica più spirituale sui vari aspetti della propria vita e consentono quindi decisioni di fede. Ad esempio, un adolescente che ha delle amicizie pericolose può rendersi conto dell’importanza di scegliere meglio i propri amici e decidere di troncarle.

 

Ø  L’esempio dei credenti più maturi. L’esempio personale dei responsabili e dei collaboratori, accompagnato dal loro interesse autentico per i “campisti” e dal contatto costante con loro sarà utile ad insegnare concretamente l’amore di Dio e a mostrare un’applicazione quotidiana dei principi cristiani.

 

Naturalmente, è necessario ricordare che il “campeggio” è una comunità temporanea, perciò non può, ne deve, sostituire la chiesa locale. Il suo contributo ha effetti duraturi soltanto se affiancato dal lavoro dalla chiesa locale, che è una comunità permanente. La cura post-campeggio è di grande importanza: le esperienze estive saranno presto vanificate se non si mantiene vivo quanto ricevuto. Del resto, i “campeggi” sono solo l’occasione per raccogliere i frutti del lavoro svolto da una chiesa locale durante tutto l’arco di un anno.

 

 

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