LA PASQUA, FESTA EBRAICA O CRISTIANA? Stampa

 

Né Gesù, né gli Apostoli, né la Chiesa dell’era apostolica ritennero opportuno stabilire una festa annuale per ricordare il giorno della morte di Gesù.

 

Molti nel mondo cristiano ignorano l'esistenza di una festa ebraica chiamata Pasqua e ritengono che tanto il vocabolo quanto la festa siano nati in occasione della morte e resurrezione di Gesù Cristo. In realtà i cristiani hanno usato un termine e una festa già esistenti. Il vocabolo Pasqua deriva dall’ebraico “pesàch”, che significa “passare oltre”. Il significato originario è ben conservato nel vocabolo “passover”, con cui gli inglesi indicano la Pasqua. 

Si tratta di un chiaro riferimento alla decima piaga d’Egitto, la morte dei primogeniti, in cui l’Angelo distruttore “passò oltre” le abitazioni degli Ebrei e non uccise neppure uno dei loro primogeniti (Esodo 12:1-13). Nel I sec. dell’era cristiana, quando la lingua in uso era il greco, il termine divenne “pascha”, mutuato poi dalla lingua latina e trasformatosi con il tempo nell’italiano “pasqua”.

 

UNA FESTA EBRAICA

La Pasqua ebraica è ancora oggi la festa più importante del popolo d’Israele, quella in cui si commemora la liberazione dalla schiavitù d’Egitto. Secondo il calendario ebraico, la celebrazione della Pasqua cade nella notte tra il 14 e il 15 del mese di Nisan (Marzo/Aprile), con il quale inizia per gli ebrei l’anno religioso. La Legge di Mosè prescriveva che quattro giorni prima della festa fosse scelto un agnello (o un capretto) senza difetto (Esodo 12:3-5), da custodire fino alla sera del 14° giorno, quando tutti si sarebbero riuniti con la propria famiglia, o a gruppi di famiglie, per immolarlo.

In occasione della prima celebrazione della Pasqua ebraica, avvenuta in Egitto, l’agnello fu immolato nelle case, ma con l’istituzione di un luogo di culto centrale, il Tabernacolo prima e il Tempio poi, la legge ordinerà a tutti di immolare il sacrificio nel santuario (Deuteronomio 16:5-8). In questo modo, per celebrare la Pasqua ogni ebreo doveva recarsi al Tempio di Gerusalemme, dopodiché si ritirava in casa di parenti o amici (Matteo 26:17-18) e consumava dell’agnello arrostendola (cfr. Esodo 12:8).

In seguito alla distruzione del Tempio per opera dei romani nel 70 d.C. e alla conseguente cessazione dei sacrifici, la Pasqua ebraica tornò a essere una cerimonia esclusivamente di carattere familiare. Ancora oggi le usanze riguardanti la cena di Pasqua sono molto legate alla tradizione biblica. In particolare, si consuma l’agnello accompagnandolo con pane non lievitato ed erbe amare, tutti alimenti con valore simbolico:

- l'agnello rappresenta il sacrificio sostitutivo;

- il pane non lievitato ricorda la partenza frettolosa dall’Egitto;

- le erbe amare ricordano le sofferenze e le amarezze della schiavitù in Egitto.

Nell’attuale celebrazione è previsto anche un rituale in cui si alternano quattro calici di vino al canto di altrettanti Salmi (113, 114, 115, 118) e a preghiere di ringraziamento e benedizione. La cerimonia dura diverse ore e, generalmente, è condotta dal capo famiglia.

 

UNA FESTA PER I CRISTIANI?

Nel Nuovo Testamento non c’è traccia della celebrazione di una Pasqua cristiana, la festa si sarebbe diffusa soltanto in era sub-apostolica, ossia dal II sec.Nel III-IV sec. la data della celebrazione della Pasqua fu all'origine di un duro scontro tra le comunità cristiane orientali e occidentali. Dal II sec. d.C. le chiese erano solite fissarne il giorno in base all’inizio del mese lunare, per cui il giorno della settimana in cui si festeggiava non era mai lo stesso. Ben presto, però, importanti chiese come Roma e Alessandria iniziarono a celebrare la Pasqua esclusivamente di Domenica, un uso che si affermò sempre di più, finché al Concilio di Nicea (325 d.C.) l’imperatore Costantino “invitò” tutte le chiese a non seguire più l’usanza dei Giudei (il novilunio) ma a uniformarsi al nuovo principio.

La Pasqua ebraica ha un indubbio valore per i cristiani, perchè è figura del sacrificio di Cristo: l’agnello pasquale è figura di Cristo, l'Agnello di Dio immolato sulla croce, e tutto quel che concerne la festa biblica trova applicazione simbolica nel Suo sacrificio. Tuttavia, dovendo servire soltanto come simbolo, né Gesù, né gli Apostoli, né la Chiesa dell’era apostolica ritennero opportuno stabilire una festa annuale che ricordasse il giorno della morte di Gesù. Alla Chiesa è stata prescritta invece la celebrazione della Cena del Signore, istituita da Gesù stesso in occasione della Sua ultima Pasqua con i dodici (Matteo 26:26; I Corinzi 11:23-26).