Letteratura cristiana antica Stampa

I padri apostolici

Alla “età apostolica”, che convenzionalmente inizia con la crocifissione di Gesù e termina con la morte dell’apostolo Giovanni, seguì quella “sub-apostolica” dei cosiddetti “Padri Apostolici”, uomini che erano stati discepoli degli apostoli o avevano ricevuto l’insegnamento apostolico da chi li aveva conosciuti. Essi ebbero il compito di trasmettere la testimonianza cristiana alle generazioni successive. 

I Padri Apostolici sono gli autori cristiani più antichi dopo di quelli del Nuovo Testamento e i loro scritti, a cavallo tra l’ultima parte del I secolo e la metà del II, hanno un valore inestimabile sia per conoscere la vita e il pensiero della generazione cristiana che sopravvisse agli Apostoli, sia per capire le trasformazioni della chiesa dopo il I secolo e la nascita del cosiddetto “proto-cattolicesimo”.

Originati occasionalmente e senza artifici letterari, gli scritti dei Padri Apostolici hanno ancora un linguaggio molto biblico e sono indirizzati ad altri cristiani da località come Roma, Antiochia (Siria), Smirne (Asia Minore). Gli scrittori cercano con parole semplici e per esperienza personale di illustrare ai credenti il significato della salvezza, esortandoli alla speranza nel ritorno di Cristo, all’obbedienza nei confronti dei pastori e a vegliare contro le eresie e gli scismi. Non usano, come invece faranno gli scrittori cristiani successivi, le costruzioni filosofiche o i ragionamenti sottili ed è inutile cercarvi un’esposizione metodica e completa della dottrina, perché esulava dal loro scopo.

Dai loro scritti è possibile evincere invece l’enorme importanza assunta dagli scritti del Nuovo Testamento presso le chiese. Tuttavia, il loro vivo desiderio di parlare di Cristo non impedì che commettessero l’errore di attingere anche da fonti diverse dai Vangeli canonici, da testi e racconti che sarebbero stati rifiutati in seguito come apocrifi.

Il nome di “Padri Apostolici” per indicare questi scrittori e scritti cristiani fu usato per la prima volta nel 1672 dal teologo francese J. B. Cotelier (1626-1686), che ne annoverava cinque (Barnaba, Clemente Romano, Ignazio di Antiochia, Policarpo di Smirne ed Erma), successivamente saliti a nove: Clemente Romano (+ 100 ca.), Didaché, Epistola a Diogneto, Erma, Ignazio, Papia, Policarpo, Pseudo-Barnaba, Pseudo-Clemente.