TESTIMONIANZA Stampa

Pensavo di essere solo in un paese straniero

 

Mi chiamo Mihai, sono rumeno e sono arrivato in Italia nel settembre del 1991, dopo esser stato in Ungheria, Spagna e Francia. Ho conosciuto il Signore in Romania un anno prima di arrivare in Italia. L’Evangelo mi è stato annunciato da una zia: avevo allora 24 anni ed ero alla ricerca di Dio, perciò mi recavo in tutte le chiese che conoscevo.

 La mattina che, per la prima volta, sono entrato in una chiesa pentecostale sono stato colpito dal modo di pregare e di cantare dei credenti, così ho deciso di rimanere anche per il culto pomeridiano. Per circa un mese ho frequentato quella chiesa assiduamente. Una domenica vi sono andato particolarmente incuriosito perché si celebravano dei battesimi ed era la prima volta che avevo la possibilità di assistere. Ricordo che mentre una credente stava scendendo nell’acqua, il pastore chiese se vi era qualcuno che desiderasse accettare il Signore ed io, piangendo, risposi di sì! Da quel momento la mia vita è cambiata: non frequentava più i bar, né le cattive amicizie di prima, né vivevo più una vita disordinata, desideravo solo stare con i fratelli per pregare.

Non passarono nemmeno tre mesi che, una sera, fui battezzato nello Spirito Santo. Intanto, nel mio cuore cresceva pian piano il desiderio di lasciare la Romania per migliorare la mia vita. Ricordo di aver chiesto più volte al Signore, in preghiera, quale fosse la Sua volontà. Non appena sono stato sicuro della risposta, sono partito e, dopo tante disavventure, sono approdato in Italia.

In questi anni lontano da casa ho trascorso tanti giorni tristi perché ero solo, senza lavoro, senza soldi e, tante volte, senza neanche da mangiare. Solo chi si è trovato in un paese straniero senza possedere nulla, può capire le mie difficoltà. Spesso mi sono scoraggiato e qualche volta ho quasi perso completamente la fiducia, perché non mi era facile capire il motivo per cui avevo lasciato la mia terra per ritrovarmi in questa situazione. Ma la grazia del Signore ha fatto sì che anche nei momenti più bui potessi capire che tutti siamo stranieri su questa terra e che, nello stesso tempo, dappertutto ci sono fratelli uniti dall’amore di Cristo. Quest’amore mi ha permesso di avere sempre vicino a me qualche credente che mi aiutasse.

Anche se non conosco il mio domani, so che se continuerò ad avere fiducia nel Signore, senza farmi prendere dallo sconforto. Il futuro mi riserverà ancora tante cose belle, perché “…tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio, i quali sono chiamati secondo il suo disegno” (Romani 8:28). Non è stato e non è per nulla facile, ma chiedo solo al Signore di non farmi mancare la Sua grazia, perché con il tempo ho capito che in molte situazioni la Sua mano era con me nelle prove. Oggi ho la possibilità di ringraziare il Signore e voglio farlo con le parole del Salmista: “Benedici, anima mia, il Signore; e tutto quello ch’è in me, benedica il suo santo nome. Benedici, anima mia, il Signore e non dimenticare nessuno dei suoi benefici. Egli perdona tutte le tue colpe, risana tutte le tue infermità; salva la tua vita dalla fossa, ti corona di bontà e compassioni; egli sazia di beni la tua esistenza e ti fa ringiovanire come l’aquila. Il Signore agisce con giustizia e difende tutti gli oppressi” (Salmo 103:1-6).

Nel Suo infinito amore il Signore mi ha anche dato la gioia di sposarmi con una credente, con la quale oggi lo servo, e ho due figli. Non ho più paura di essere in un paese straniero, né di vivere nella solitudine, ma gioisco per l’amore e la fedeltà di Dio nei confronti di un giovane credente, che un tempo pensava di essere solo in un paese straniero!

D. M.