Il prisma di Taylor

Un brano di storia biblica raccontato dal punto di vista dei nemici: “Ezechia, il giudeo che non si sottomise al mio giogo… rinchiusi anche lui a Gerusalemme, sua città reale, come un uccello in gabbia…”

Nel 1830, nei pressi di Ninive, il colonnello inglese R. Taylor giunse in possesso di un esagono di terracotta alto circa 40 cm. sulle cui facce erano incisi i caratteri della scrittura cuneiforme. Quando, dopo qualche decennio, fu possibile decifrare la scrittura cuneiforme e leggere il prisma, si scoprì che esso riportava gli “annali”, ossia la narrazione degli eventi anno per anno, delle ultime otto campagne militari del re assiro Sennacherib (705 – 681 a.C.), compresa quella del 701 a.C. contro Ezechia (715 – 686 a.C.), re di Giuda.

 

Questi prismi avevano un intento celebrativo ed erano composti per essere sotterrati nelle fondamenta di templi, palazzi e porte cittadine nella speranza che i posteri, in occasione di restauri, li trovassero e comprendessero quanto erano stati grandi i loro avi. Ciò spiega il tono celebrativo delle loro iscrizioni e l’assenza assoluta di notizie negative come le sconfitte. Tutte le guerre descritte nel “Prisma di Taylor”, composto alla corte assira nel 691 a.C., si resero necessarie per sedare una rivolta di re vassalli dell’impero assiro. Tra questi figura anche Merodac-Baladan, re di Babilonia, i cui messaggeri Ezechia ricevette con onore: “In quel tempo, Merodac-Baladan, figlio di Baladan, re di Babilonia, mandò una lettera e un dono a Ezechia, perché aveva sentito che egli era stato malato ed era guarito. Ezechia se ne rallegrò, e mostrò agli ambasciatori le stanze dove erano le sue cose preziose…” (Isaia 39:1-2).

Forse, scopo della loro missione era convincere il re giudeo a ribellarsi contro Sennacherib. La rivolta non riuscì, così il re assiro scese in Fenicia e sconfisse Tiro e Sidone, quindi si diresse verso sud, dove ottenne tributi dai regni di Ammon, Moab, Edom, Asdod e sconfisse l’esercito egiziano intervenuto in loro soccorso, quindi devastò tutto il regno di Giuda, assediandone 46 città e deportandone oltre 200.000 abitanti. Rimaneva Ezechia, rinchiuso nella sua capitale Gerusalemme, che Sennacherib prontamente assediò. Tuttavia, anche se le truppe assire circondarono la capitale, nel prisma non si parla né di un attacco contro di essa, né della sua capitolazione. L’iscrizione sul prisma afferma che Ezechia pagò un pesante tributo a Sennacherib, ma non che i soldati assiri entrarono nella città.

Il “Prisma di Taylor” è un esempio notevole di brano di storia biblica raccontato dal punto di vista dei nemici. In una parte dell'iscrizione si legge: “Per quanto riguarda Ezechia, il giudeo che non si sottomise al mio giogo, assediai e conquistai 46 sue città difese da forti mura e innumerevoli piccoli centri… Portai via da esse come preda 200.150 persone di tutti i ranghi… rinchiusi anche lui a Gerusalemme, sua città reale, come un uccello in gabbia… I soldati e le truppe che aveva portato a Gerusalemme per rafforzare la sua città reale non si sono battuti…”. Lo stesso episodio è narrato in più parti nell’Antico Testamento: nel Secondo libro dei Re, capitoli 18 e 19; nel libro del profeta Isaia, capitoli 36 e 37; nel Secondo libro delle Cronache, capitolo 32. Esiste qualche differenza tra il racconto di Sennacherib e quello biblico, ma questo non deve stupire perché, come s’è detto, l’intento del prisma era celebrativo.

È comprensibile, quindi, che il re assiro nascondesse ai successori la sua repentina e ingloriosa ritirata a seguito della mortalità manifestatasi improvvisamente nel suo campo per l’intervento di Dio (2 Re 19:35-36).

 

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