Ritrovato il sigillo della malvagia regina Izebel? Stampa
Grazie ad uno studio dell’Università di Utrecht è stato possibile riconoscere in un sigillo del IX secolo a.C. il nome di Izebel, la moglie del re israelita Acab. Si tratta di un’importante testimonianza extra-biblica che attesta l’esistenza della malvagia regina d’Israele.

Un antico sigillo, acquistato sul mercato antiquario di Israele nel 1964, e risalente al IX secolo a.C., sembra sia davvero appartenuto alla regina Izebel, menzionata nell’Antico Testamento.

Sul reperto, una sgargiante pietra opale che si trova presso l’Israel Museum di Gerusalemme (dove giace una gran quantità di reperti non ancora accuratamente esaminati che contengono chissà quanti indizi storici), si legge il nome yzbl scritto con le lettere dell’alfabeto ebraico antico. Sin dalla sua scoperta gli studiosi hanno pensato alla moglie fenicia del re Acab, ma dal momento che le lettere non corrispondevano perfettamente a quelle del nome biblico, la tesi era stata abbandonata. Del resto, lo stesso nome poteva benissimo riferirsi ad un’altra donna.

Da una recente indagine condotta dall’università di Utrecht sui simboli che appaiono sul sigillo, l’attribuzione sembra invece più che legittima. Il sigillo, infatti, che è due volte più grande di quelli appartenenti a persone comuni, oltre a riportare segni che si riferiscono chiaramente ad una donna, ha simboli che designano una donna di rango reale: una sfinge con una corona femminile, due cobra e un falco, tutti emblemi di regalità. Lo studio dell’università olandese ha dimostrato che nel bordo superiore del sigillo c’erano altre due lettere, ora spezzate, che completavano il nome e che lo renderebbero perfettamente compatibile con quello della regina. Izebel era la moglie fenicia, e perciò straniera (cfr. Neemia 13:27), del re israelita Acab che regnò nel IX sec. a.C. La Bibbia la descrive come una donna che esercitava un’enorme influenza sul marito, tale da allontanarlo dal Dio d’Israele e avvicinarlo al dio cananeo Baal (cfr. 1 Re 16:30-33; 21:25).

In un brano biblico è scritto che ebbe persino l’ardire di prendere il sigillo reale allo scopo d’inviare lettere a nome di suo marito (cfr. 1 Re 21:7,8). Ora che gli archeologi sembrano aver ritrovato il suo sigillo personale, indizio che lascia intuire come Izebel fosse in grado di trattare molte questioni indipendentemente dal marito, la sua immagine di donna molto influente ne esce rafforzata. Izebel morì miseramente, secondo la profezia pronunciata contro di lei dal grande profeta Elia (cfr. 2 Re 9:36, 37).